News dal mondo infermieristico

Intempestiva ed inopportuna per il NURSING UP la manifestazione a Roma del 28 novembre 2015

Perché “svendere la piazza” per 7 o 8 euro ?

Ci sono Organizzazioni Sindacali che hanno deciso di indire una manifestazione a Roma di tutti i lavoratori del pubblico impiego per sabato 28 novembre 2015, con l’intento di esercitare pressioni sull’esecutivo, affinché chiuda in tempi estremamente rapidi i nuovi Contratti del Pubblico Impiego – ormai bloccati al 2009 – visto anche che la sentenza 178/2015 della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime le norme sul blocco dei contratti nella Pubblica amministrazione (cfr. Circolare di questa Sede Nazionale del 25 giugno 2015 e precedenti sulla materia).

Sull’onda dell’hashtag #contrattosubito, le rivendicazioni di questa proclamata manifestazione, non tengono conto del fondato rischio di doversi accontentare di risibili aumenti in busta-paga, pubblicamente annunciati dal Governo e già stanziati nella legge di stabilità: ammontano a circa 300 milioni di Euro complessivi, pari a non più di circa 7 o 8 euro di aumento mensile (nella migliore delle ipotesi) per ciascun lavoratore. Siamo ancora una volta davanti al solito gioco del “nodo risorse” per il pubblico impiego … sullo stile “io Governo vi do il CCNL subito ma voi vi accontentate di 8 euro !!!”

Tanto per ricordarlo a tutti, va detto che, appena fu resa pubblica la citata sentenza della Consulta, il NURSING UP chiese provvedimenti legislativi che garantissero risorse necessarie ed adeguate al rinnovo dei Contratti, auspicando, al contempo, una partecipazione unitaria ed univoca di tutti gli altri Sindacati, per realizzare un fronte comune contro l’incomprensibile “avarizia” mostrata dal Governo, visto che quest’ultimo aveva messo sul piatto della bilancia appena “pochi spiccioli”, utili soltanto a “bypassare a buon prezzo” gli obblighi imposti dalla sentenza.

Ci chiediamo, a questo punto, se una manifestazione dell’oggi, per portare a casa un CCNL subito (alle condizioni di 8 euro al massimo), sia davvero ciò di cui i nostri infermieri che lavorano nel pubblico impiego hanno bisogno. O se forse, non ci siano ben altre rivendicazioni, molto più sostanziali, per cui sarebbe opportuno, come categoria di infermieri, poter esercitare le dovute pressioni sul Governo. Ci riferiamo a tutto quello che riguarda il miglioramento delle condizioni generali e specifiche in cui poter esercitare la propria professione (servizi per gli infermieri, formazione e aggiornamento, promozione professionale, riconoscimenti funzionali ed economici, sulla responsabilità, sul rischio, sui disagi legati alla turnistica, ecc. ecc.). E’ indispensabile poter contrattare tutto questo con il Governo, e ciò richiede tempi ben più lunghi di un semplice CCNL ad 8 euro ottenuto in tempi rapidi.

Otto euro in busta paga al mese, inoltre, moltiplicate per 13 mensilità, corrispondono a poco più di 100 euro all’anno. Chiedere ad un infermiere di venire a manifestare a Roma per ottenere subito un CCNL Sanità che stanzi 8 euro in più al mese è un “costo il cui gioco non vale la candela”, visto soprattutto che stipulare un Contratto ora, significherebbe non tenere conto – specie in alcuni Comparti come quello della Sanità – dei recenti risultati ottenuti alle elezioni RSU nel marzo scorso, i cui esiti non sono stati ancora ufficialmente dichiarati dall’ARAN. Fintanto che l’ARAN non formalizza ufficialmente quali sono le Organizzazioni Sindacali che, uscite dalle recenti elezioni RSU, sono diventate rappresentative nel Comparto, chi ha i numeri per essere dichiarato rappresentativo non può sedersi al tavolo dei negoziati. Chi andrebbe allora a trattare un nuovo Contratto Collettivo Nazionale del Comparto Sanità in questo momento ? Ovviamente soltanto i Sindacati già rappresentativi, e non quelli che hanno i numeri per esserlo ma che non sono stati ancora dichiarati ufficialmente tali ! E’ questo, dunque, ciò che i nostri infermieri realmente vogliono ? O forse i nostri infermieri hanno bisogno, più di ogni altra cosa, di sedere anche loro al tavolo dei negoziati e rivendicare diritti che esistono sulla carta ma che di fatto fino ad oggi non sono stati e non sono rispettati, oltre che risorse economiche quantomeno “dignitose” ?

Noi, dunque, non appoggiamo nessuna azione di protesta che non tenga conto né dei risultati emersi dalle ultime elezioni RSU né dell’immanente/imminente accertamento della rappresentatività, perché i nostri infermieri pretendono di essere convocati al tavolo delle contrattazioni con il Governo al pari di altre Organizzazioni Sindacali !

E poi, come non dubitare, a questo punto, che una manifestazione volta a chiedere l’approvazione oggi di un CCNL in tempi estremamente rapidi non possa essere addirittura che un artifizio – forse escogitato dai soliti gruppi sindacali oligarchici – per giungere ad un risultato concreto prima ancora che vengano “ascoltate altre campane”, ovvero prima ancora che al tavolo negoziale sino convocate anche le nuove Organizzazioni Sindacali che attendono da mesi di essere dichiarate rappresentative ? E’ forse questo un altro espediente per escludere chi fino ad oggi non è stato e non si è voluto ascoltare ?

A noi tutto questo non piace. Perciò, alla manifestazione del 28 novembre 2015 … NON PARTECIPEREMO !

Pretendiamo, dunque, che prima sia accertata la rappresentatività e che sia dichiarata ufficialmente dall’ARAN – visto che ormai il Governo latita da troppo tempo su questo fronte – e, soltanto dopo, parteciperemo a manifestazioni indette a fini contrattuali, ma non “dietro le retrovie” bensì come gli attori più adeguati a rappresentare gli interessi della categoria infermieristica. Vogliamo rivendicare i diritti dei nostri infermieri in prima linea, quindi, seduti al tavolo negoziale e discutere vis-à-vis col Governo.

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